In questo articolo vedremo 7 domande da fare a Google Analytics per ricavare alcune informazioni specifiche e come cercarle dentro la piattaforma.

Potresti avere un account Google Analytics molto ben impostato, eppure non conoscere tutte le informazioni che puoi tirarci fuori, non sfruttando così al massimo le sue potenzialità. 

Abbiamo selezionato sette domande da fare a Google Analytics e vediamo come trovare la risposta. Questo articolo è tratto da un webinar gratuito, se vuoi puoi vederlo cliccando qui.

Ecco quali sono le domande che potresti fare a GA e come trovare la risposta:

1. Quali sono le migliori Landing Page del mio sito?

2. Quali gruppi di visitatori del mio sito sono quality visitors?

3. Che canale garantisce la migliore esperienza sul sito?

4. Quali tra i prodotti che vendo sono i più interessanti per gli utenti?

5. Ci sono dei percorsi di conversione inusuali?

6. Quali aziende visitano il mio sito?

7. Quali campagne sono conversion closer e quali conversion assister?

Partiamo!

#1. Quali sono le migliori Landing Page del mio sito?

Per trovare questa informazione basta andare dentro il tuo account di GA, poi selezionare nella colonna di destra “Comportamento”, “Contenuti del sito” e ”Pagine di destinazione”, questa è la sezione riguardo le Landing Page.

Se non lo ricordassi, le landing page sono tutte le pagine su cui possono atterrare gli utenti di un sito.

In molti casi ovviamente la fa da padrona la pagina home, ma possono avere percentuali molto alte anche le pagine del sito a cui sono indirizzati tutti coloro che cliccano, per esempio, una campagna pubblicitaria.

Devi guardare i numeri, ma mai da un punto di vista assoluto. Infatti è più utile guardare i rapporti tra le pagine e analizzare qual è lo scarto che c’è tra di loro.

Facendoti questa domanda saprai quali sono le pagine del tuo sito che performano meglio, ma puoi soffermarti anche sul comportamento dell’utente una volta atterrato sul sito. Cercare di capire se è invogliato a proseguire la navigazione, capire quali sono le pagine dove c’è la maggior possibilità di iniziare un processo di conversione, etc.

Bounce Rate, Numero di pagine per sessione e Durata delle sessioni

Per capire meglio il comportamento degli utenti, fai riferimento al bounce rate, al numero di pagine per sessione e alla durata delle sessioni, considerando però anche i rapporti tra le varie pagine

Ad esempio le pagine che hanno una bassa capacità di rimbalzo non necessariamente convertono poco, questo dato mostra solo come quelle pagine sono il più delle volte, in termini percentuali, le ultime visitate dagli utenti (per un discorso più chiaro e approfondito ti rimando a questo articolo).

La durata della sessione è altresì importante, perché indica come l’utente abbia continuato la navigazione sia a livello di pagine visitate che di tempo, questo perché invogliato dalla landing a continuare la propria navigazione.

Anche la parte di conversione (o qualsiasi altro goal che tu abbia impostato) può fornire dei dati importanti riguardo a quali sono le pagine che performano meglio. 

E’ possibile infatti vedere qual è la prima pagina cliccata dall’utente che ha comprato, ma è meglio guardare il rapporto tra sessioni e conversioni, individuando così quali sono le pagine grazie alle quali si fanno più conversioni con meno sessioni.

#2. Quali gruppi di visitatori del mio sito sono quality visitors?

I quality visitors sono gli utenti che danno un valore aggiunto al tuo sito. Non sono semplici visitatori, ma riescono ad interagire avvicinandosi ad uno dei tuoi goals.

Nella sezione “Pubblico” del tuo GA hai un overview generale di quelli che sono le informazioni degli utenti, e anche qui le tre metriche a cui prestare più attenzione sono sempre numero di pagine per sessione, session duration e bounce rate

Ma ci sono delle differenze tra i vari gruppi di utenti per quanto riguarda il comportamento?

Puoi dare un’occhiata alla sezione dei “Dati demografici” per vedere se il raggruppare gli utenti per fasce di età mostra un gruppo che da migliori risultati sulla conversione per esempio.

Altre informazioni molto utili possono derivare dal vedere i gruppi di utenti in base al sesso, e capire se ci sono grandi differenze tra uomini e donne riguardo l’interazione con il tuo sito.

Rimangono comunque tanti segmenti presenti su GA di base e anche quelli personalizzabili. Se impari ad usarli, potresti individuare dettagli che implementati nella tua strategia di uso dei dati potrebbero dare grandi risultati.

#3. Che canale garantisce la migliore esperienza sul sito?

I canali di acquisizione sono sostanzialmente i modi in cui gli utenti riescono a raggiungere il tuo sito.

Sapere quali sono i canali più performanti, che riescono meglio ad indirizzare meglio l’utente a compiere quello che è un goal, è fondamentale.

Se gli utenti possono arrivare sul sito anche da fonti paid-search, entra un gioco anche un discorso di allocazione del budget e la questione si fa ancora più importante.

Se vai su “Acquisizione”, “Tutto il traffico” e “Canali” vedrai da che tipo di canale arrivano gli utenti al tuo sito e come si comportano una volta che ci sono arrivati. 

Attenzione al fatto che alcuni canali agiscono molto bene per portare l’utente al sito, ma molto male in termini di goals raggiunti o conversioni.

Quindi impostare una strategia per migliorare le conversioni dei canali che portano tanto traffico potrebbe rivelarsi necessario.

#4. Quali tra i prodotti che vendo sono i più interessanti per gli utenti?

Questa è una domanda che riguarda perlopiù chi opera nella sfera degli e-commerce, ma lo stesso concetto si può applicare a chi ha un blog o un sito che non necessariamente vende qualcosa. 

Capire quali sono i prodotti che stimolano di più l’attenzione degli utenti ti fa capire su cosa devi puntare. Questi prodotti infatti attirano gli utenti sul tuo sito, quindi se esposti potrebbero far performare alcune campagne pubblicitarie meglio di altre.

Nella sezione dei report dedicata alle “Conversioni” poi “E-commerce” hai la possibilità di vedere le performances dei prodotti: quale ha venduto di più, a che prezzo, etc.

E’ molto importante soffermarsi sulle metriche che ti danno informazioni  riguardo l’interesse suscitato dai prodotti. “Basket-to-detail rate” e “Buy-to-detail rate” indicano rispettivamente la percentuale di utenti che, dopo aver visto la pagina del prodotto, lo hanno aggiunto al carrello e la percentuale di utenti che hanno subito concluso l’acquisto.

Il Basket-to-detail rate fa capire quali prodotti suscitano maggiore interesse o in quanto è il rapporto tra visualizzazione di pagina e aggiunta al carrello. 

Ma attenzione ai prodotti con un Basket-to-detail rate troppo alto e un Buy-to-detail rate troppo basso: segnalano  potenziali problemi nell’ultimare l’acquisto per gli utenti. 

Ricorda infine che queste 2 metriche si basano sulla visualizzazione di pagina prodotto, avere delle percentuali troppo basse potrebbe essere indice di una pagina non abbastanza curata per poter vendere.

#5 Ci sono dei percorsi di conversione inusuali?

Sono dei percorsi che portano l’utente a completare il goal, ma tramite una sequenza di step che non erano stati messi in conto quando si è strutturato il funnel.

Scoprire questi percorsi inusuali ti permette di ricrearli, perché se già una parte considerevole di utenti arriva a convertire in modo naturale, è probabile che costruendo un funnel che prevede gli stessi step, le conversioni siano ancora maggiori.

Anche queste informazioni sono già presenti nella sezione “Conversioni” del tuo Google Analytics, poi “Goals” e “Percorso inverso per l’obiettivo”. Questa sezione ti mostra su quali pagine vengono completati i goal e quali sono le pagine visitate che hanno preceduto quest’azione, mostra ancora per ogni insieme di step quanti sono gli obiettivi completati. Se ci sono una serie di step medesimi per più gruppi che si ripetono molte volte, questi potrebbero evidenziare un percorso in cui guidare l’utente con l’obiettivo di raggiungere un goal.

Non sempre si riesce ad individuare qualsiasi percorso possibile quando si struttura un funnel o una campagna. Google Analytics li mette in evidenza tutti. 

#6. Quali aziende visitano il mio sito?

Con questo piccolo trucco che stiamo per mostrarti, potrai vedere se ci sono aziende o società che hanno visualizzato il tuo sito, e individuarli come potenziali clienti.

Nella sezione “Pubblico”,“Tecnologia” e “Rete” troverai il dato “Internet service provider” che mostra il nome dei vari provider di rete dei tuoi utenti. Tuttavia spesso questo dato  si porta dietro anche il nome dell’azienda. 

Sebbene non si possa avere il contatto specifico della persona nell’azienda che ha visitato il tuo sito, saprai che qualcuno in quell’azienda è stato interessato al tuo prodotto. 

Potrai di conseguenza cercare di metterti in contatto con qualcuno per offrire i tuoi prodotti o servizi, o anche stringere accordi.

Se non trovi a una prima occhiato nessun dato che possa sembrarti utile, puoi sempre filtrare ed escludere alcuni service providers dalla lista, in tal modo usciranno in evidenza dati che magari prima erano meno visibili.

#7. Quali campagne sono conversion closer e quali conversion assister?

Le campagne generalmente si dividono in 2 tipi: quelle che portano in modo diretto ad una conversione e quelle che non convertono direttamente, portando l’utente sul sito, ma senza che questo completi alcun goal. 

Tuttavia le campagne che non convertono, potrebbero rivelarsi fondamentali per il percorso di conversione, infatti non tutti gli utenti che arrivano su un sito comprano subito.

Esistono infatti campagne che funzionano molto bene nel convertire gli utenti, mentre alte che sono molto utili in ottica esplorativa.

Nella sezione “Acquisizione”, poi “Campagne”, troverai tutte le campagne attive della settimana e quali di esse hanno portato a delle conversioni dirette.

Invece per sapere come si comportano le campagne assiter, ovvero che non portano a nessuna conversione diretta, troverai i dati nella sezione “Conversioni”, “Canalizzazioni multicanale” e “Conversioni indirette”.

Questo è un report preimpostato di default sui canali, quindi dovrai impostare come dimensione principale “campagna”. 

Ora vedrai non soltanto le conversioni dirette, ma anche le conversioni assistite, ovvero tutte le volte in cui una determinata campagna ha avuto un ruolo fondamentale nel convertire un utente.

Questa tipologia di informazioni è molto importante perché non sempre le campagne sono impostate per convertire direttamente. Alcune possono esser state create semplicemente per far conoscere il brand o il sito e devono essere valutate non in termini di conversioni, ma di performance in relazione a quello che era il loro obiettivo. 

La sezione delle “Conversioni indirette” permette dunque di analizzare questo tipo di campagne e di attribuire il giusto valore ad ognuna di essere, mettendo in luce i veri risultati di una campagna.

Conclusione

Speriamo che questo articolo ti abbia fatto scoprire nuove fantastiche informazioni che puoi estrapolare da Google Analytics (puoi approfondire guardando il nostro webinar on demand).

Se sei curioso/a riguardo agli upgrade di GA, ecco un articolo sul nuovissimo su Google Analytics 4.

Nel caso avessi domande domande Contattaci, saremo felici di aiutarti.

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